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Cura delle donne con patologie del basso tratto urogenitale: un evento formativo per avviare un confronto dialettico tra specialisti ospedalieri e medici di famiglia
Data di pubblicazione: 14/04/2015
Un evento formativo per avviare un confronto dialettico tra specialisti ospedalieri e medici di famiglia sul tema della cura delle donne con patologie del basso tratto urogenitale. Evento, dal titolo “Il sintomo urogenitale nella donna: la pratica clinica”, organizzato dall’ASL TO4 per sabato 18 aprile, nell’ambito della Rete aziendale dedicata alla cura delle donne con patologie del basso tratto urogenitale, istituita da una delibera della Direzione Generale dello scorso 4 giugno e coordinata dal dottor Fabrizio Bogliatto. Intendendo per patologie del basso tratto genitale femminile le patologie tumorali, infettive e degenerative che riguardano il collo dell’utero, la vagina e i genitali esterni, unitamente al coinvolgimento dei distretti urinario e ano-rettale.
La patologia del basso tratto urogenitale sta interessando una quota sempre più estesa di popolazione femminile. Infatti, praticamente tutte le donne, almeno una volta nella vita, sono interessate dalla necessità di un approccio clinico al basso tratto genitale. Nell’età fertile, dalle lesioni del collo dell’utero alle alterazioni causa di dolore durante i rapporti sessuali, dal prurito genitale alle lesioni tumorali; nella menopausa, dalla terapia di situazioni benigne (prolasso vaginale, incontinenza, atrofia) al trattamento dei tumori. Né si possono tralasciare le alterazioni psicologiche e sessuologiche che una patologia di questo distretto determina in ambito relazionale e di coppia.
“La capacità dei sistemi sanitari di erogare un’assistenza sanitaria appropriata, tanto in una prospettiva economica quanto in senso clinico e sociale, – riferisce il Direttore Generale dell’ASL TO4, dottor Flavio Boraso – è subordinata alla capacità di gestire l’elevato fabbisogno di integrazione tra i diversi professionisti che concorrono al soddisfacimento del bisogno di salute delle persone assistite”. “Da questa consapevolezza – continua il dottor Boraso – nasce l’esigenza di integrare i percorsi di cure, favorendo la presa in carico della persona assistita in senso globale e, quindi, non da un singolo servizio o professionista, ma da una rete di servizi operanti in modo sinergico, coordinato, integrato, multidisciplinare e multispecialistico. Questa scelta organizzativa e gestionale è stata utilizzata anche in merito alla cura delle donne con patologie del basso tratto urogenitale, con la definizione di una rete aziendale di servizi dedicata a cui si aggiunge, ora, l’integrazione con i medici di famiglia”.
L’obiettivo fondamentale è quello di salvaguardare la salute delle donne garantendo un elevato standard qualitativo assistenziale, attraverso l’ottimizzazione delle risorse aziendali. Il carattere innovativo di tale modello di cure presuppone l’analisi del ruolo del medico di famiglia e dello specialista ambulatoriale, le cui conoscenze e competenze specifiche devono adattarsi e rimodularsi in senso dinamico al nuovo modello, assicurandone uno sviluppo ottimale, efficace ed efficiente, nell’interesse delle donne assistite.
In quest’ottica, nell’ambito dell’evento formativo del 18 aprile saranno presentati diversi casi clinici e si definiranno i percorsi diagnostico-terapeutici appropriati in un confronto dialettico tra medici di famiglia e specialisti ospedalieri. L’obiettivo specifico è quello di derivare lo stato dell’arte delle patologie trattate e di condividere informazioni utili alla pratica clinica quotidiana.