I ragazzi di una scuola e gli ospiti del Centro Alzheimer di Volpiano: i protagonisti di un progetto riabilitativo dedicato ai pazienti della struttura. L’iniziativa, avviata con l’inizio dell’anno scolastico, si concluderà con una festa che si terrrà martedi’ 13 maggio 2008 alle 10.00 presso il Centro di Volpiano alla presenza degli alunni, degli insegnanti e degli operatori che vi hanno preso parte. E’ questo, in sintesi, l’obiettivo di tutto il progetto che ha visto coinvolti gli allievi di una classe, la V, della Scuola Elementare Ghiotti di Volpiano. La finalità che presiede all’evento è quella di promuovere un percorso riabilitativo per gli ospiti del centro diurno al fine rallentare, per quanto possibile, il loro processo involutivo realizzando contemporaneamente la valorizzazione di alcune capacità residue che riguardano il miglioramento delle competenze relazionali ed affettive, il contenimento dell’ansia e il miglioramento del tono dell’umore. L’alzheimer determina la perdita del ruolo attivo di un soggetto. Nell’ambito di questa patologia, c’è una fase nella quale il paziente si rende conto dei propri cambiamenti, diventa così una persona da accudire , una persona da guidare, perdendo la sua autonomia ed acquisendo un ruolo passivo. Di qui l’importanza di questa iniziativa che vede coinvolti dei ragazzi che, con grande entusiasmo e sensibilità, hanno accettato di condividere dei momenti di svago con delle persone che a causa del loro stato, sono bisognose di cure e di attenzioni. Tale esperienza, oltre a costituire per i ragazzi un importante momento di responsabilizzazione e di crescita, presuppone un sovvertimento dei ruoli attraverso il quale i giovani passano dalla condizione di accudito a quella di colui che accudisce e, nel contempo, l’anziano curato si riappropria della propria funzione di “nonno”, persa con l’insorgere della malattia. I ragazzi coinvolti nel progetto hanno dimostrato di essere stati animati da una forte curiosità per una realtà che non conoscono e dal desiderio di svolgere un gesto importante verso altre persone. La differenza che esiste tra “l’andare a trovare i nonni” e “lo stare con i nonni” è, in sostanza, quella che consiste tra fare una buona azione e rendersi protagonisti di un lavoro riabilitativo che passi attraverso la valorizzazione della persona e la condivisione di esperienze che sono proprie di persone malate, come appunto i pazienti affetti dal morbo di Alzheimer, tra i quali si ritrovano anziani che hanno problemi di orientamento spazio-temporale, turbe della memoria e piu’ in generale difficoltà nella sfera relazionale affettiva. Per il paziente Alzheimer, quindi, un processo che potrebbe sembrare irreversibile puo’ venire in qualche modo rallentato dalla possibilità di svolgere un ruolo che sembrava perduto.