Nelle calde giornate estive percorrendo sentieri di montagna è facile che il nostro occhio scorga fra boschi ed il verde manto montano delle mandrie di bovini, dei greggi di pecore e capre e taluni asini o muli. Sono il “popolo dell’alpeggio”, attori di una tradizione secolare che nel periodo estivo si identifica nel margaro, cioè colui che porta all’alpeggio i suoi animali dai ricoveri di pianura. E’ una pratica che ripopola la montagna ed ha un forte impatto economico ed ecologico oltre ad una piacevole sensazione estetica nello scorgere sui verdi prati tanti mantelli pezzati di bovini o macchie biancastre di pecore. E’ anche interessante osservare come i cani, regolarmente identificati e registrati nell’anagrafe canina regionale, stiano attenti al comando del pastore, il quale con asciutte parole ed acuti fischi impartisce l’ordine di radunare il bestiame disperso per ricondurlo alla malga. Gli animali per poter raggiungere l’alpeggio devono essere esenti da malattie infettive, alcune trasmissibili all’uomo e chiamate zoonosi, quali tubercolosi e brucellosi, altre caratteristiche della specie. I controlli sanitari (accertamenti diagnostici e prelievi ematici) vengono effettuati dai medici veterinari dell’ASL, quando gli animali sono ricoverati, nel periodo autunno-invernale, nelle stalle di pianura. Queste profilassi, previste dalla normativa vigente, sono a tutela della salute pubblica nei confronti dei prodotti alimentari di origine animale (carne, latte e derivati) oltre che per la tutela sanitaria del patrimonio zootecnico nazionale. La monticazione inizia con gli ultimi giorni di maggio e con il mese di luglio quasi tutti gli alpeggi montani sono stati raggiunti. Ritorneranno nei ricoveri di pianura a fine settembre ed oltre, soprattutto gli ovini. Spesso in certe vallate in occasione della salita in alpeggio o della demonticazione vengono organizzate delle feste folcloristiche con esposizione e vendita delle tome di montagna e di altri prodotti locali, il tutto sotto il “concerto” dei muggiti e del suono dei campanacci dei bovini che attraversano a piedi le località montane sotto lo sguardo fiero del algaro e la vigilanza dei cani pastori.