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Data di pubblicazione: 28/03/2014
Se ne parla dal 2005 e ora l’Hospice di via Olivero a Foglizzo diventa una realtà. L’avvio dei ricoveri delle persone in Hospice è, infatti, previsto a partire dal prossimo lunedì 31 marzo. Inizialmente con cinque dei dieci posti letto disponibili. Si completa così la Rete aziendale di Cure Palliative, domiciliare e residenziale, rappresentata finora dalle Unità Operative di Cure Palliative (UOCP) di Chivasso, di Ciriè e di Ivrea e dagli Hospice di Lanzo e di Salerano.
L’attività di ricovero è coordinata dalla dottoressa Felicita Mosso, Responsabile della UOCP di Chivasso, in raccordo con i servizi di Cure Domiciliari, le strutture ospedaliere e i medici di famiglia. L’assistenza in Hospice è prestata dall’ASL TO4 in collaborazione con la Cooperativa sociale Pier Giorgio Frassati, che già opera nell’attigua Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA), e con l’Associazione SAMCO Onlus. La Cooperativa Frassati assicura l’assistenza infermieristica, psicologica e spirituale con operatori specializzati e l’Associazione SAMCO mette a disposizione medici esperti in cure palliative, già coinvolti nel servizio di Cure Palliative domiciliari, e i volontari.
“In un momento di particolare difficoltà come questo ci sembrava doveroso aprire questa struttura – dichiara il Direttore Generale dell’ASL TO4 dottor Flavio Boraso –, completata e pronta da molto tempo, ma mai attivata nonostante sia stata inaugurata più volte”. “Crediamo fermamente nella logica del fare rispetto ai bisogni dei cittadini e del territorio – prosegue il dottor Boraso –, che si traduce in azioni concrete al di là delle dichiarazioni di intento. Abbiamo preso un impegno e lo abbiamo realizzato anche grazie a un lavoro di rete e di sinergia tra operatori (funzione distrettuale aziendale, Comune, Cooperativa Frassati e Associazione SAMCO). Si tratta di un ottimo esempio di come tutti insieme si possa concretizzare un obiettivo importantissimo, che rappresenta un valore aggiunto per l’Azienda e per la comunità di riferimento”.
Spesso si pensa alle cure palliative come sinonimo di qualcosa di poco utile o anche di “effetto placebo”, come spesso si pensa all’hospice come luogo in cui si va solo a morire. Non è così, in entrambi i casi.
Le cure palliative sono cure attive e totali delle persone la cui malattia di base, caratterizzata da una rapida evoluzione e da una prognosi infausta, non risponda più a trattamenti specifici. Sono cure, quindi, che non agiscono sulla causa della malattia, ma sui sintomi, come per esempio il dolore, per prevenirli e contenerli il più possibile, e che prevedono un supporto di tipo psicologico e sociale rivolto sia alla persona malata sia al nucleo familiare. E l’hospice è soprattutto un luogo in cui si vive intensamente ogni giorno, con riflessioni, speranze e affetti, per tutto il tempo che ciascuna persona malata ha davanti a sé. Con tutto il sostegno necessario per realizzare progetti piccoli e grandi, allacciare relazioni e condividere commiati e dove le famiglie affaticate e addolorate ricevono accoglienza, sollievo, aiuto per la sofferenza emozionale e spirituale, anche nel periodo difficile del lutto.
Le cure palliative in hospice, insomma, sono un momento di passaggio che può diventare un pezzo importante di vita, perché trascorso in una casa speciale e aperta, una casa per tutti, dove gli operatori lavorano per assicurare la miglior qualità di vita possibile, unita all’accudimento delle persone, all’ascolto e alla condivisione.
“E’ certamente da evidenziare – conclude il dottor Boraso – il profondo significato che l’apertura di un hospice assume per la comunità che lo accoglie. Perché l’hospice è il luogo in cui si offre cura, sollievo dal dolore e accompagnamento, ma anche perché diventa uno spazio di incontro tra persone malate e sane che fa crescere dal punto di vista umano tutta la comunità”.
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