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Data di pubblicazione: 09/03/2016
Le iniziative organizzate dall’Associazione “In Punta di Cuore” con la collaborazione del Centro per i Disturbi del Comportamento Alimentare dell’ASL TO4, della Regione Piemonte, della Città di Torino e della Città di Lanzo Torinese
Sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema dei Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) e offrire speranza a chi sta lottando contro questo problema. E’ l’obiettivo della Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla, che si terrà il 15 marzo. La Giornata, promossa per la prima volta nel 2012 dall’Associazione di Genova “Mi Nutro di Vita”, parte da un padre, Stefano Tavilla, presidente della stessa Associazione, che ha perso la figlia a soli 17 anni per bulimia.
In occasione di questa giornata, l’Associazione “In Punta di Cuore” – Associazione senza scopo di lucro, di utenti, familiari e amici che hanno trovato accoglienza e cura presso il Centro DCA dell’ASL TO4, che ha sede presso l’Ospedale di Lanzo, e di sostenitori del progetto – ha organizzato una serie di iniziative, con la collaborazione dello stesso Centro, della Regione Piemonte, della Città di Torino e della Città di Lanzo Torinese. L’attenzione dimostrata all’Associazione testimonia la particolare sensibilità di queste istituzioni pubbliche nei confronti del problema.
Il programma della giornata
Lunedì 14 marzo, alle 21, a Lanzo Torinese, presso il Teatro Auditorium LanzoIncontra in piazza Rolle 2, si svolgerà l’apertura degli eventi della Giornata, la proiezione di un video sui disturbi alimentari, il banco informativo dell’Associazione “In Punta di Cuore” e il concerto del gruppo musicale blues TrioLina.
Diversi eventi si svolgeranno a Torino, martedì 15 marzo: in piazza San Carlo, alle 16.30, un flash mob in lilla e il banco informativo dell’Associazione “In Punta di Cuore”; dalle 19, la proiezione del Fiocchetto Lilla sulla Mole Antonelliana e, ai piedi della stessa Mole, il banco informativo dell’Associazione “In Punta di Cuore”.
I Disturbi del Comportamento Alimentare, che apparentemente tutti sembrano conoscere poiché la parola alimentazione trae in inganno, sono, purtroppo, malattie complesse e insidiose della sfera psichica, caratterizzate dall’ossessione dell’immagine corporea, del peso e del cibo. E necessitano di cure complesse, che richiedono grande capacità di integrazione in équipe. Sono la prima causa di morte delle malattie psichiatriche e, se non riconosciute in tempo e non curate in modo appropriato, portano alla cronicizzazione con costi altissimi per l’individuo, che spesso è giovane, per la sua famiglia e per la società .
I dati che raccontano l’entità del fenomeno
E ora qualche dato per aiutare a comprendere l’entità del fenomeno. Da “Le Buone Pratiche di cura nei Disturbi del Comportamento Alimentare”, pubblicazione promossa dal Ministero della Salute e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento della Gioventù, uscita nel febbraio 2014, si possono ricavare i dati che seguono.
In Italia, i disturbi del comportamento alimentare coinvolgono circa tre milioni di giovani, di cui il 95,9% donne e il 4,1% uomini.
La letteratura internazionale indica che, rispetto alla popolazione generale, i casi di anoressia nervosa sono compresi tra 1,4 e 2,8% (con valori inferiori riferiti per la popolazione maschile: 0,24%), percentuale che arriva al 4% se si aggiungono anche i disturbi sottosoglia. I casi di bulimia nervosa sono circa il 5% e tutti gli altri disturbi del comportamento alimentare il 6%.
Il numero di nuovi casi in un anno sono 102 per 100.000 abitanti per l’anoressia nervosa e 438 per 100.000 abitanti per la bulimia nervosa. I disturbi bulimici sono in rilevante aumento negli ultimi decenni.
Il numero di decessi in un anno, rispetto a coloro che soffrono di un determinato disturbo del comportamento alimentare, sono i seguenti: per l’anoressia nervosa tra 5,86 e 6,2%, per la bulimia nervosa tra 1,57 e 1,93% e per gli altri disturbi tra 1,81 e 1,92%.
Alcuni studi affermano che la percentuale di utenti che afferiscono ai centri clinici con domanda di cura per disturbi del comportamento alimentare è del 27,5% per anoressia nervosa, 21,5% per bulimia nervosa e 11,4% per gli altri disturbi.
Questi dati sono preoccupanti se si considerano il crescente numero di casi e l’elevato tasso di mortalità. Inoltre, circa il 60-70% delle persone con disturbi del comportamento alimentare che si rivolgono ai servizi di salute mentale ottiene risposte terapeutiche aspecifiche e non ottimizzate per la cura e la gestione dei DCA. Senza considerare la difficoltà, spesso, nell’individuare precocemente queste patologie e nel raccordare la domanda di cura e i servizi di assistenza offerti. Da qui il bisogno di creare centri...............
.............Il testo completo del comunicato è pubblicato in allegato
Allegati
Testo completo del comunicato
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