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Data di pubblicazione: 27/02/2009
Segue il comunicato diffuso dalla Regione Piemonte lo scorso 25 febbraio
Grazie a uno stanziamento finalizzato dell’ex ministero della Solidarietà sociale, il servizio sanitario regionale, in collaborazione con le associazioni del privato sociale, ha dato vita a una équipe mobile multidisciplinare formata da personale socio-sanitario (medici, infermieri, psicologi, educatori professionali), in grado di intercettare e di intervenire con un camper attrezzato nel corso di eventi formali e informali (feste, rave parties, manifestazioni), per fornire assistenza sanitaria, fare prevenzione e ridurre i rischi relativi all’utilizzo di droghe.
«Il panorama dei consumi più o meno problematici di sostanze psicoattive – spiega l’assessore alla tutela della salute e sanità, Eleonora Artesio – è in continua evoluzione, tanto che l’identità del consumatore attraverso il tipo di sostanze e le modalità di assunzione è difficilmente delineabile anche da parte degli operatori del settore. Per questo il ministro Ferrero, nel corso della passata legislatura, aveva individuato come una delle priorità l’azione di osservazione, prevenzione e riduzione del danno relativamente ai cosiddetti nuovi stili di vita e di consumo, stanziando un fondo specifico per ogni Regione italiana. Nel caso del Piemonte, si è deciso di utilizzare i finanziamenti per un progetto cosiddetto di outreach, cioè di lavoro di strada, nel corso di grandi manifestazioni anche estemporanee».
In un primo momento, è nato così «AttivaMente», affidato al Coordinamento piemontese delle comunità di accoglienza (C.N.C.A.) come ente attuatore, in rete con le Asl TO2 e TO4 e con altri enti del privato sociale membri del Coordinamento stesso o del Ceapi (vedi elenco allegato). Qualche mese prima, nell’ambito del programma «SommerAgibile» del Ser.T di Ivrea, era intanto partito un analogo esperimento di outreach sempre finalizzato alla limitazione dei rischi relativi al consumo di sostanze nell’ambito feste e rave. Nell’ottobre del 2008, dalla fusione delle due esperienze, è sorto infine NEUTRAVEL, con la costituzione di un’équipe in grado di intervenire su tutto il territorio piemontese.
«Il progetto - aggiunge Mauro Giacosa, presidente del C.N.C.A. Piemonte - risponde all'assoluta necessità di produrre vicinanza dei servizi a quei consumatori che, non formulando una richiesta diretta di aiuto, non sono intercettabili con le strategie tradizionali, ma solo attraverso attività di strada che facciano perno sull'approccio " a bassa soglia" da un lato e sull'integrazione fra pubblico e privato di territori vasti dall'altro».
Diverse le finalità che si pone il progetto, che avrà durata biennale. Innanzitutto, in occasione dell’evento, quella di assicurare un primo intervento sanitario, di aumentare tra i giovani la consapevolezza della pericolosità dell’uso di sostanze e di ridurre i rischi derivanti dalla loro assunzione. Ciò si realizza attraverso l’allestimento di più spazi nell’ambito della manifestazione. Uno è quello informativo, con banchetti per la distribuzione di volantini e di generi di supporto, dove gli operatori accolgono i partecipanti e offrono loro informazioni. Vi è poi uno spazio sanitario vero e proprio, accessibile, ma il meno esposto possibile al frastuono della musica, per il trattamento delle situazioni richiedenti l’assistenza medica o infermieristica. Lì accanto, infine, viene collocata anche un’area di decompressione (cosiddetta chill out), una sorta cioè di “isola” all’interno dell’evento, dove i frequentatori possono trovare un ambiente caratterizzato da musica e luci soft, temperatura adeguata, generi di supporto e materiale informativo, ma soprattutto avere un colloquio più approfondito con gli operatori.
Il secondo obiettivo è poi quello della mappatura degli interventi attivi sul territorio regionale inerenti i nuovi stili di consumo e in particolare le attività di strada e la loro costituzione in rete.
Infine, si punta alla costruzione di una collaborazione con gli organizzatori degli eventi formali e informali, che consenta l’emersione dei bisogni e la formazione reciproca, la progettazione congiunta di interventi di prevenzione e soprattutto la costruzione di un sistema di “allerta rapido” di informazione sui nuovi consumi e lo sviluppo di attività di supporto tra pari.
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