Pubblicata la prima revisione scientifica al mondo sulla persistenza dell'infezione da HPV e il rischio di sviluppo del tumore del collo dell'utero
E’ stata pubblicata da un gruppo di ricercatori internazionali a livello multicentrico la prima revisione scientifica sistematica al mondo sulla persistenza dell’infezione da HPV e il rischio di sviluppo del tumore del collo dell’utero (Journal of Lower Genital Tract Disease). Fa parte del gruppo di ricercatori il dottor Fabrizio Bogliatto, Direttore dell'Ostetricia e Ginecologia Ivrea e del Dipartimento Materno-Infantile dell'ASL TO4.
Dall’analisi dei dati si conferma che l’infezione persistente da HPV (Human Papilloma Virus) è la causa delle lesioni displastiche e del cancro del collo dell’utero. Le linee guida attuali valutano, nei loro algoritmi, prevalentemente la persistenza dei ceppi di HPV 16 e 18, cosiddetti ad "alto rischio".
Con questo studio si è dimostrato che non è solo la persistenza dell’infezione, ma è la persistenza dell’infezione data dallo stesso ceppo di virus (sempre HPV 16 o 18, per esempio) a porre le donne a un aumentato rischio di sviluppare lesioni tumorali del collo dell’utero.
Se persiste l’infezione da HPV, ma il ceppo di virus è differente il rischio è relativamente più basso.
Questa scoperta permetterà di rimodulare i test di screening, le soglie di rischio e le raccomandazioni per il follow up (controlli periodici) in un’ottica futura di razionalizzazione delle risorse umane e strumentali, basate su rivalutazioni scientifiche osservazionali e tecniche, nella gestione consapevole e razionale delle donne affette da infezione da HPV.