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Peste Suina Africana (PSA): cosa sapere

Dettagli della notizia

Informazioni inerenti la diffusione e contrasto Peste Suina Africana (PSA).

Data:

26 marzo 2025

PSA
PSA

Peste Suina Africana (PSA): cosa sapere

PSA

Per informazioni inerenti la diffusione e contrasto Peste Suina Africana (PSA), consultare il sito del Ministero della Salute

24 marzo, Giornata Mondiale della Tubercolosi

Dettagli della notizia

“END TB” è il titolo che l’OMS ha dato per celebrare la Giornata Mondiale della Tubercolosi con l’obiettivo di porre fine alla malattia più mortale al mondo

Data:

24 marzo 2025

Giornata Mondiale TBC 2025
Giornata Mondiale TBC 2025

24 marzo, Giornata Mondiale della Tubercolosi

 

Giornata Mondiale TBC 2025

 

“END TB” è il titolo che l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha dato per celebrare la Giornata Mondiale della Tubercolosi con l’obiettivo di porre fine alla malattia più mortale al mondo.

Viene celebrata il 24 Marzo di ogni anno, per ricordare Robert Koch che, nel 1882, comunicò a tutta la comunità scientifica la scoperta dell’agente eziologico di tale malattia.

 

Cosa è la TB e come si trasmette

La Tubercolosi è una malattia infettiva contagiosa, causata dal Mycobacterium Tuberculosis. Nella maggior parte dei casi, interessa i polmoni, tuttavia non sono da escludersi anche altri organi e apparati.

La TB si trasmette per via aerea, attraverso le secrezioni respiratorie emesse da una persona affetta da malattia TB attiva ai polmoni o alla gola attraverso il respiro, la tosse, la parola o il canto. Attraverso le vie aeree i batteri raggiungono e si depositano nei polmoni dove cominciano a crescere e moltiplicarsi. Da lì in alcuni casi i batteri possono diffondersi attraverso il sangue ad altre parti del corpo, tra cui i reni, la colonna vertebrale, il cervello e da non escludere la cute attraverso   lesioni nodulari, verrucose, colliquative (frequenti al volto).  La trasmissione può avvenire solamente da persone con TB attiva. La TB NON si diffonde stringendo la mano a qualcuno, condividendo cibo o bevande, tramite la biancheria da letto o la tavoletta del water. Il rischio di trasmissione, nei casi di TB attiva, è determinato dalle seguenti condizioni:

  • fattori propri del paziente (in condizioni di fragilità fisica e/o sociale);
  • tipo di contatto con l'ambiente circostante.

Il livello di contagiosità dei pazienti TB dipende dalla concentrazione di batteri nell'espettorato e dalla gravità della tosse.

Le persone affette da TB hanno maggiori probabilità di diffondere la malattia alle persone con cui hanno rapporti quotidiani ovvero familiari, amici, colleghi di lavoro o compagni di scuola.

Anche le caratteristiche del luogo di contatto possono svolgere un ruolo importante (ad esempio, le dimensioni della stanza, la ventilazione).

Non tutte le persone che si infettano sviluppano la malattia. Il sistema immunitario, infatti, può far fronte all’infezione e il batterio può rimanere dormiente per anni se non per tutta la vita.

Questa condizione si chiama infezione tubercolare latente (ITBL) e ne è affetto circa un quarto della popolazione mondiale. Si stima che solo il 5-10% delle persone con ITBL sviluppi la malattia nel corso della propria vita.

Le persone con infezione tubercolare latente non hanno sintomi e non sono contagiose.

 

Epidemiologia                                                                                                              

E’ presente in 30 Paesi ad alta incidenza, soprattutto nel Sud Est Asiatico (particolarmente in India e in Cina), nel Pacifico Occidentale (62% dei nuovi casi) e in Africa (25% dei nuovi casi).

L’Italia è definita dall’OMS un Paese a “bassa endemia” in quanto si conteggiano meno di 10 casi ogni 100.000 abitanti. Il  Piemonte, con 282 nuovi casi di Tubercolosi segnalati nel 2023, pari a 6,6 casi ogni 100.000 abitanti, rientra nella definizione di Paese a bassa endemia tubercolare indicata dall’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC).

 

I sintomi

I sintomi della Tb polmonare sono tosse (che dura più di 3 settimane), dolore toracico, febbre e sudorazioni notturne. Nel tempo, la tosse può essere accompagnata da presenza di sangue nell’espettorato. Altri sintomi includono stanchezza, debolezza e perdita di peso. I sintomi della Tb polmonare possono essere lievi per mesi e questo può portare ad un ritardo nella diagnosi e alla trasmissione dell’infezione.

Se la Tb è extra polmonare, i sintomi dipendono dalla sede coinvolta.

 

Diagnosi

La diagnosi di Tb ha fatto molti progressi, con test molecolari in grado di identificare in poche ore la presenza del micobatterio nell’espettorato dei pazienti con Tb polmonare, invece che in 3-4 settimane come in passato, oltre che RX torace. La rapidità della diagnosi è molto importante per poter iniziare il prima possibile la terapia antibiotica e interrompere la catena di trasmissione dell’infezione dal malato alle persone sane.

 

Trattamento 

Se confermata la diagnosi di Tubercolosi, la persona interessata viene indirizzata allo specialista per la presa in carico e per le indagini strumentali del caso.

Il trattamento prevede l’assunzione di farmaci per un periodo lungo e variabile dai 6 ai 18-34 mesi, come l’Isoniazide, la Rifampicina, la Streptomicina, la Pirazinamide e l’Etambutolo.

 

Le forme resistenti

I batteri che causano la Tb possono sviluppare resistenze agli antimicrobici utilizzati per curare la malattia. La diffusione di trattamenti incompleti o non correttamente somministrati ha portato all’insorgenza di ceppi resistenti agli antibiotici: Mdr-Tb o detta anche Tb multiresistente. Il paziente pertanto deve quindi, seguire alla lettera le istruzioni date riguardanti l’assunzione dei farmaci e la loro relativa tempistica ,anche quando iniziano a sentirsi meglio : è quello che si chiama “aderenza al trattamento”.

 

Prevenzione

La Tubercolosi è una malattia prevenibile, seguendo corrette norme igienico-sanitarie e un regime alimentare equilibrato.

 

Sorveglianza dei contatti di caso                                                                             

Una tra le più importanti misure di prevenzione della malattia tubercolare è l’individuazione della ricerca attiva dei contatti di un caso di Tubercolosi, secondo le Linee Guida Nazionale e le Indicazione Regionali.

Le attività di sorveglianza e controllo delle persone esposte a un caso di Tubercolosi polmonare contagiosa, prevedono la valutazione delle caratteristiche del paziente indice, delle caratteristiche individuali dell’esposto, dell’intensità, della frequenza e della durata dell’esposizione. Tali parametri definiscono l’ordine di priorità delle misure da intraprendere, dividendo la popolazione da sottoporre a screening dell’infezione tubercolare latente e sorvegliare in 3 livelli di rischio:

1.contatti stretti o ad alto rischio di sviluppare la malattia tubercolare (ad alta priorità);

2.regolari (a media priorità);

3.occasionali (a bassa priorità).

Il test di elezione che viene eseguito in seguito ad un contatto con persona malata o semplicemente per screening preventivo, è un test cutaneo (denominato intradermoreazione di Mantoux).

In caso di contatto con persona malata, tale test viene ripetuto a distanza di due-tre mesi dall’ultimo contatto con il malato. In caso di positività vengono eseguiti gli ulteriori test (Test Quantiferon IGRA Interferon-Gamma Release Assays e RX del torace), per raggiungere la possibile diagnosi di infezione tubercolare latente. In Italia, in ogni contesto lavorativo, scolastico e di comunità, l’intradermo reazione di Mantoux risulta essere un Test fondamentale per identificare eventuali soggetti con Tb latente o Tb asintomatica.

 

La chemioprofilassi                                                                                                        

E’ basata sull'assunzione di farmaci antitubercolari ed è indicata per prevenire l’eventuale sviluppo di malattia nel futuro in soggetti a rischio che sono stati cioè esposti al contagio di un caso accertato di malattia tubercolare contagiosa.

 

La vaccinazione tubercolare

Attualmente l’unico vaccino a disposizione contro la Tubercolosi è il vaccino vivo attenuato BCG (bacillo di Calmette Guérin) che è efficace nella prevenzione di forme gravi infantili della malattia come la meningite e altre forme di Tb disseminata in età infantile.

Il vaccino è utilizzato spesso in bambini piccoli in Paesi con un’elevata incidenza di Tb. In Italia è raramente utilizzato in alcune categorie ad alto rischio. Una revisione sistematica della letteratura ha rivelato che il vaccino BCG riduce del 19-27% le probabilità di contrarre la Tubercolosi. Nell’adulto l’efficacia è inferiore al 30% nel prevenire la malattia, ma diminuisce del 70% la progressione della Tb già attiva.

Attualmente sono in corso numerose sperimentazioni per la ricerca di vaccini più efficaci.

Fondamentale è l’innovazione per l’accesso alla prevenzione della TB in ogni parte del mondo per ridurre l’incidenza e i decessi.

Per limitare inoltre la diffusione delle forme di malattia resistente ai farmaci, le più difficili da trattare, si conferma essenziale garantire la qualità delle attività di sanità pubblica e potenziare la diagnosi precoce, l’accesso alle cure, il trattamento dei casi e gli interventi utili a ridurre le interruzioni dei trattamenti, in particolare nelle popolazioni più vulnerabili e difficili da raggiungere.

Salute materno-infantile e alimentazione: analisi del bisogno di salute della popolazione. 

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Data:

21 marzo 2025

Svezzamento
Svezzamento

Salute materno-infantile e alimentazione: analisi del bisogno di salute della popolazione. 

La salute materno-infantile è un tema centrale per il benessere della comunità. L'alimentazione nei primi mesi di vita gioca un ruolo cruciale nello sviluppo del bambino e nella prevenzione di future patologie. Conoscere le abitudini, le pratiche e le conoscenze delle famiglie del nostro territorio ci permette di progettare interventi mirati di promozione della salute.

Per questo motivo, la S.S. Sorveglianza e Prevenzione Nutrizionale dell'ASL TO4, ha predisposto un breve questionario anonimo. La vostra partecipazione ci aiuterà a comprendere meglio i bisogni della popolazione e a costruire servizi più efficaci.

Compila il questionario qui

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Marzo: mese della prevenzione del tumore del colon retto

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Il tumore del colon-retto è uno dei più diffusi, ma abbiamo un'arma fondamentale per combatterlo: lo screening.

Data:

17 marzo 2025

Prevenzione Serena
Prevenzione Serena

Marzo: mese della prevenzione del tumore del colon retto

Screening colon retto

 

Il tumore del colon-retto è uno dei più diffusi, ma abbiamo un'arma fondamentale per combatterlo: lo screening.

Grazie al programma Prevenzione Serena, chi ha tra i 50 e i 69 anni riceve un invito a eseguire un test semplice e gratuito, che può individuare in tempo eventuali anomalie.

Partecipare è facile:

  • Ricevi la lettera d'invito
  • Ritiri il kit in farmacia
  • Consegni il campione

☎️ Se necessario, il programma ti contatta per ulteriori controlli

 

Proteggiti con un semplice gesto: non rimandare! 💙

Per saperne di più:

Regione Piemonte

Campagna ASL

 

Good News – Le Buone Notizie dalla Sanità Piemontese (Ogni giovedì il racconto da un’Azienda Sanitaria Regionale)

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Data:

13 marzo 2025

IFeC Maria Luisa Bassignana durante l'attività lavorativa - 1
IFeC Maria Luisa Bassignana durante l'attività lavorativa - 1

Good News – Le Buone Notizie dalla Sanità Piemontese (Ogni giovedì il racconto da un’Azienda Sanitaria Regionale)

Un nuovo modello di sanità e di integrazione territoriale, la “Strategia Aree Interne per le Valli di Lanzo”. La storia di Giovanni attraverso la narrazione dell’Infermiera di Famiglia e di Comunità che lo ha preso in cura

«Era il 21 maggio del 2024 quando presi in cura il signor Giovanni, un uomo autosufficiente di 78 anni con un quadro clinico complesso a causa di pluripatologie, senza i requisiti per usufruire di un’assistenza in Cure Domiciliari, ma che richiedeva un’attenzione costante e un approccio globale».

Inizia così la storia di Giovanni attraverso la narrazione di Maria Luisa Bassignana, l’Infermiera di Famiglia e di Comunità che lo ha preso in cura nell’ambito del progetto “Strategia Aree Interne per le Valli di Lanzo” dell’Asl TO4, che traduce operativamente i servizi sanitari di comunità, caratterizzati dall’integrazione dei diversi soggetti coinvolti e dalla diffusione capillare dei servizi sul territorio, portando a un risultato di reale avvicinamento dei servizi alla comunità residente.

L'IFeC Maria Luisa Bassignana durante l'attività lavorativa -1
L'IFeC Maria Luisa Bassignana durante l'attività lavorativa

 

«Avevo rilevato una lesione cutanea sospetta che necessitava di una valutazione specialistica, a cui però il signor Giovanni aveva rinunciato – prosegue il racconto di Maria Luisa Bassignana - Dopo aver definito un programma assistenziale individualizzato, gli spiegai l’importanza di effettuare la visita e, con il suo consenso, attivai immediatamente la rete formale di collaborazione con il Medico di Famiglia e con l’Ambulatorio di dermatologia dell’Ospedale di Lanzo. La visita specialistica fu effettuata e confermò la necessità di asportare la neoformazione. La notizia di dover sottoporsi a un secondo intervento, necessario per ampliare i margini di asportazione, fu un duro colpo per il signor Giovanni e lo scoraggiò profondamente. Stanco di visite e interventi, decise di rifiutare. Attraverso un’alleanza terapeutica mirata, spiegai al signor Giovanni l’importanza dell’intervento e le possibili conseguenze del rifiuto, ascoltai le sue paure e le sue preoccupazioni, cercando di infondergli fiducia e speranza. Infine, riuscii a innescare un cambiamento non imposto. Il signor Giovanni decise di partecipare a un colloquio con i chirurghi e da parte mia mi offrii di accompagnarlo per aiutarlo a comprendere meglio le informazioni che avrebbe ricevuto. La mia presenza fu determinante, perché il signor Giovanni si sentì supportato e compreso, riuscendo così a prendere una decisione consapevole. L’intervento fu eseguito e, a oggi sta seguendo scrupolosamente i controlli post operatori e come Infermiera di Famiglia e di Comunità ho mantenuto il monitoraggio del suo stato di salute».

 

Le Aree Interne

Costituiscono una tra le dimensioni territoriali chiave della politica regionale, in attuazione della Strategia nazionale per lo sviluppo delle aree interne del Paese, che rappresenta la combinazione di azioni per lo sviluppo locale e di rafforzamento dei servizi essenziali di cittadinanza, finalizzata al rilancio di quelle aree del Paese significativamente distanti dai centri di offerta di servizi essenziali e in declino demografico, ma ricche di importanti risorse ambientali e culturali.

In quest’ottica, le Valli di Lanzo – che comprendono 19 Comuni montani per una superficie di 695 chilometri quadrati e con una popolazione di circa 23.000 abitanti, di cui il 29% over65 – sono state individuate dalla Regione quale una delle Aree interne del Piemonte. La Strategia delle Aree ha previsto interventi diversificati, in ambito di sanità, di istruzione, di mobilità e di sviluppo locale. Interventi finanziati con risorse integrate, a partire dagli stanziamenti derivanti dal contributo nazionale e da risorse regionali in larga parte provenienti dalla programmazione dei fondi strutturali e d’investimento europei (Fondi SIE), a cui si sono aggiunte risorse pubbliche degli Enti locali.

 

Il coinvolgimento del Distretto Sanitario

La Strategia sanità ha coinvolto direttamente il Distretto sanitario sia nella fase di progettazione sia nella fase di responsabilità organizzativo-gestionale, prevedendo quattro Presidi della Salute (Ceres, Lanzo, Pessinetto e Viù) che rappresentano le sedi operative sul territorio, la presenza degli Infermieri di famiglia e di comunità e delle Ostetriche di continuità (professionalità nuove che svolgono le loro attività creando "rete" al servizio di un’assistenza sanitaria diffusa, sul territorio e a domicilio), il Punto Pediatrico Aree Interne, il supporto all'operatività dei Medici e dei Pediatri di famiglia con l'ausilio di percorsi diagnostici e terapeutici condivisi e con strumenti tecnologici innovativi e gestiti in telemedicina e, infine, il potenziamento delle farmacie dei servizi.

«A quasi un anno dall’attivazione – afferma il Direttore del Distretto Ciriè-Lanzo, Maria Luigia Spaccapietra –, il progetto ha rilevato l’importanza di un sistema, non solo di integrazione sanitaria, ma anche di presa in carico e di supporto sociale, assistenziale e psicologico del paziente fragile, creando una rete anche con le altre risorse non sanitarie del territorio. Eper il futuro si prevedono sviluppi di percorso di presa in carico rispetto a persone affette da patologie croniche, come lo scompenso cardiaco e la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), utilizzando strumenti digitali e di telemonitoraggio che integrano più agevolmente la collaborazione tra i Medici di famiglia e gli Specialisti ospedalieri».

 

L’Infermiere di Famiglia e di Comunità (IFeC)

Nell’ambito dei servizi sanitari di prossimità, la figura dell’IFeC svolge un ruolo strategico, assicurando la presa in carico globale della persona con bisogni di salute attraverso una presenza stabile sul territorio, mantenendo un contatto costante con i cittadini, con tutti i professionisti della salute presenti nella comunità e con i Servizi Socio-Assistenziali e costruendo reti interdisciplinari che si giovino dello scambio di competenze specifiche e di informazioni per garantire prestazioni efficaci e individualizzate in funzione dei bisogni di salute del soggetto destinatario. In alcuni Comuni delle Valli di Lanzo, la figura dell’IFeC è presente da circa due anni.

«La funzione dell’IFeC - spiega Clara Occhiena, la Responsabile della Direzione delle Professioni Sanitarie (DiPSa), che lavora in stretta sinergia con il Distretto sanitario per la realizzazione del progetto - si svolge con un approccio olistico e con particolare attenzione al concetto di prossimità, favorendo la continuità delle cure tra ospedale e territorio e viceversa, promuovendo la salute nella comunità, anche attraverso la realizzazione di interventi educativi rivolti alla popolazione, garantendo una presa in carico anticipata quando il bisogno non sia ancora stato espresso, attivando la rete formale e informale di supporto alla persona in stretta sinergia con il territorio, pianificando monitoraggi individuali dei soggetti fragili e in condizione di pre-fragilità, con particolare attenzione alle persone affette da patologie croniche».

IFeC Maria Luisa Bassignana durante l'attività lavorativa - 2
IFeC Maria Luisa Bassignana durante l'attività lavorativa

 

Alcuni dati

Nel 2024, l’Infermiera di Famiglia e di Comunità che opera nell’ambito della “Strategia Aree Interne per le Valli di Lanzo” ha effettuato 636 prestazioni totali, di cui 421 monitoraggi periodici in 12 Comuni, 190 prestazioni ambulatoriali e 1 counseling in ospedale.

«Le attività e i numeri del progetto – dichiara il Direttore Generale dell’ASL TO4, Luigi Vercellino – testimoniano il valore aggiunto della sinergia e dell’integrazione tra pubbliche amministrazioni e la collaborazione di queste con altri soggetti del territorio, come le farmacie di prossimità e le associazioni di volontariato locale. Valore aggiunto che rappresenta il prerequisito indispensabile per garantire servizi efficaci, efficienti, personalizzati e vicini ai luoghi di vita, nell’ottica di rendere reale il concetto di Casa di Comunità diffusa”».

 

L’assessore alla Sanità della Regione Piemonte

«La storia del signor Giovanni – sottolinea l’assessore Federico Riboldi – dimostra appieno come una sanità territoriale fatta di professionalità ed empatia possa dare risposte efficaci e puntuali anche in quelle aree periferiche e disagiate in cui l’assistenza non è sempre agevole. Una sanità pubblica, gratuita e universale deve però perseguire questo obiettivo e l’esempio del progetto “Strategia Aree Interne per le Valli di Lanzo” dell’Asl TO4 dimostra quale sia la strada da percorrere».

Piano Aziendale Integrato di Sicurezza Alimentare (PAISA): rendicontazione attività anno 2024

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Data:

11 marzo 2025

Piano Aziendale Integrato di Sicurezza Alimentare (PAISA): rendicontazione attività anno 2024

La rendicontazione delle attività contenute nel Piano Aziendale Integrato di Sicurezza Alimentare (PAISA) 2024 è pubblicata in allegato.

Piano Locale della Prevenzione (PLP): Rendicontazione attività anno 2024

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Data:

11 marzo 2025

PLP
PLP

Piano Locale della Prevenzione (PLP): Rendicontazione attività anno 2024

La rendicontazione delle attività contenute nel Piano Locale della Prevenzione (PLP) 2024 è pubblicata in allegato

4 marzo, World Obesity Day

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“Sistemi in cambiamento, vite più sane” è il tema dell’Obesity day in programma il 4 marzo 2025.

Data:

04 marzo 2025

Obesity Day
Obesity Day

4 marzo, World Obesity Day

“Sistemi in cambiamento, vite più sane” è il tema dell’Obesity day in programma il 4 marzo 2025.

Per ulteriori informazioni si rinvia al sito della Regione Piemonte

“Oltre il solito”, sabato 8 marzo all’Ospedale di Lanzo sono presentati i progetti complementari all’assistenza in Hospice

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Data:

06 marzo 2025

Foto con équipe Hospice all'esterno dell'Ospedale di Lanzo
Foto con équipe Hospice all'esterno dell'Ospedale di Lanzo

“Oltre il solito”, sabato 8 marzo all’Ospedale di Lanzo sono presentati i progetti complementari all’assistenza in Hospice

Foto Hospice Lanzo
Foto dell'interno dell'Hospice di Lanzo

 

Per sabato 8 marzo, dalle ore 10 alle ore 12, l’Unità Operativa Cure Palliative dell’ASL TO4, diretta dal dottor Giovanni Bersano, ha organizzato presso l’Ospedale di Lanzo (sala incontri al 2° piano) l’evento “Oltre il solito”, per presentare i progetti complementari all’assistenza in Hospice. L’iniziativa è aperta alla cittadinanza, con ingresso libero e gratuito fino a esaurimento posti. Diversi i progetti presentati: le collaborazioni con l’Associazione “Wolontari Clown” e con l’Associazione Rubens per gli interventi assistiti con i cani (Pet Therapy), gli strumenti multisensoriali nella cura e nell’assistenza e il progetto formativo “Open Hospice Space”. Al termine degli interventi, dalle ore 11 alle 12, sarà possibile visitare l’Hospice.

 

Foto con équipe Hospice all'esterno dell'Ospedale di Lanzo
Foto di alcuni componenti dell'équipe dell'Hospice all'esterno dell'Ospedale di Lanzo

 

La Rete locale di cure palliative

La Rete di cure palliative dell’ASL TO4, attuata nell’ambito della Rete regionale, si realizza a domicilio, in ambulatorio, nei reparti ospedalieri e nei tre hospice aziendali di Foglizzo, di Lanzo Torinese e di Salerano Canavese. Nella lingua italiana il termine “palliativo” è spesso usato come sinonimo di qualcosa di poco utile o anche di “effetto placebo”. Al contrario. Le cure palliative sono cure attive e totali delle persone la cui malattia di base, caratterizzata da una rapida evoluzione e da una prognosi infausta, non risponda più a trattamenti specifici. Sono cure, quindi, che non agiscono sulla causa della malattia, ma sui sintomi, come per esempio il dolore, per prevenirli e contenerli il più possibile. Oltre a questo, le cure palliative prevedono un supporto di tipo psicologico e sociale rivolto sia alla persona malata sia al nucleo familiare. L’obiettivo, complessivamente, è quello di raggiungere la miglior qualità di vita possibile per le persone interessate e per le loro famiglie.

Ulteriori informazioni in questo sito:  https://www.aslto4.piemonte.it/cure-palliative

Giovedì 13 marzo, l’ASL TO4 aderisce alla Giornata Mondiale del Rene

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Data:

05 marzo 2025

Medico che misura la pressione arteriosa
Medico che misura la pressione arteriosa

Giovedì 13 marzo, l’ASL TO4 aderisce alla Giornata Mondiale del Rene

Anche quest’anno l’ASL TO4, grazie all’impegno della struttura di Nefrologia e Dialisi diretta dal dottor Guido Martina, aderisce alla Giornata Mondiale del Rene che si svolgerà giovedì 13 marzo. Iniziativa promossa in Italia dalla Fondazione Italiana del Rene (FIR) e dalla Società Italiana di Nefrologia (SIN) per contribuire alla lotta contro le malattie renali.

Proprio nella giornata di giovedì 13 marzo, dalle ore 14 alle 18.30 presso la Sala congressi dell’Ospedale di Chivasso (via Paolo Regis 42), la struttura di Nefrologia e Dialisi organizza, su mandato della FIR Sezione Piemonte e Valle d’Aosta, l’evento interregionale “Come stanno i tuoi reni? Promuovere la diagnosi precoce per proteggere la salute dei reni”. L’evento è aperto a tutta la cittadinanza. L’accesso è libero e gratuito fino a esaurimento dei posti. Durante l’evento sarà possibile effettuare un colloquio con il personale medico e infermieristico della Nefrologia e Dialisi dell’ASL TO4 per la valutazione del rischio nefrologico.

Nella stessa giornata di giovedì 13 marzo, si svolgerà l’iniziativa Porte aperte in Nefrologia” presso l’Ospedale di Ciriè (nell’atrio di ingresso, dalle ore 9 alle 12 e dalle 13.30 alle 15), con accesso libero (senza impegnativa medica e senza prenotazione) e gratuito. Con la presenza di un medico nefrologo e di infermieri del settore, sono offerti il controllo delle urine e la rilevazione della pressione arteriosa ed è distribuito materiale informativo. I soggetti che risultassero positivi a queste prime valutazioni saranno poi invitati a effettuare ulteriori controlli specialistici.

L’obiettivo principale della Giornata Mondiale del Rene è quello di richiamare l’attenzione sull’importanza della diagnosi precoce e della prevenzione delle malattie renali, sottolineando sempre più la necessità che tutti prendano coscienza dei fattori di rischio per le malattie renali e delle misure possibili per salvaguardare la salute dei reni e per rallentare l’evoluzione della malattia renale, se già in atto. Diventa quindi indispensabile il coinvolgimento di tutti i cittadini, dei medici di medicina generale, dei pazienti e delle loro numerose associazioni. Circa il 10% della popolazione è portatore di un danno renale di varia gravità, spesso ignorato; si stima che la malattia renale nel 2019 abbia colpito più di 850 milioni di persone nel mondo, provocando oltre 3.1 milioni di morti, con importante assorbimento di risorse (circa il 3% della spesa sanitaria). In Italia la malattia renale cronica (MRC) interessa circa il 7% della popolazione adulta e può colpire tutte le età seppur con frequenza diversa, bassa nei giovani (per lo più dovuta a malattie renali congenite) e molto elevata negli anziani. Sono circa 50.000 i pazienti che necessitano della dialisi e altrettanti quelli che hanno ricevuto un trapianto di rene e sono in follow-up clinico nefrologico. Attualmente la malattia renale rappresenta l’ottava causa di morte e se non affrontata si prevede diventerà la quinta causa entro il 2040. Molte sono le misure preventive che possono salvaguardare i reni da un’evoluzione della malattia che, se non curata, può portare a necessità di dialisi o trapianto.

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